SE VUOI COLTIVARE LA PACE, CUSTODISCI IL CREATO*

Spunti dal “Cammino nel Cammino” verso la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza

Una splendida mattinata all’insegna del dialogo, della riflessione, del confronto nella diversità e del camminare insieme, per difendere la Pace e la bellezza del Creato.
Tentare di riassumere le emozioni, le suggestioni, i tanti e diversi momenti di scambio e di crescita individuale e collettiva che hanno caratterizzato il piccolo, ma significativo viaggio verso la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è quasi impossibile.
La Natura ha donato ai partecipanti un bel sole, un cielo milanese azzurro con sprazzi di nuvole soffici e colori splendenti lungo il tratto periurbano, che da Piazzale Gabriele Rosa ci ha condotti sino all’Abbazia di Chiaravalle, come moderni pellegrini del #camminodeimonaci.
La Pace va coltivata giorno dopo giorno, come ci insegnano gli HIBAKUJUMOKU (dal giapponese “alberi bombardati”) … e ieri uno è stato affidato al Centro Nocetum dall’Associazione “Mondo senza Guerre e senza Violenza”, quale testimonial di resistenza e rigenerazione.
Ma cosa sono questi “Alberi della Pace” e perché sono così importanti?
Il 6 agosto del 1945 la bomba atomica di Hiroshima uccise un terzo dei suoi abitanti e quasi completamente ogni forma di vita intorno. I sopravvissuti, temendo che non sarebbe cresciuto nulla per decenni, videro che in quel paesaggio desolato germogliavano delle piantine di Ginkgo biloba, che divennero simbolo di speranza e incoraggiarono i cittadini a ricostruire.
La forza del Creato contro la capacità distruttiva dell’uomo!
Da allora, oltre 160 alberi, di più di 30 specie, situati nel raggio di 2 km dall’ipocentro della bomba atomica sono registrati come “alberi bombardati”, identificati uno ad uno da una targhetta.
Curati con amore nel corso degli anni da autorità, botanici, gruppi di cittadini e singoli, i coraggiosi HIBAKUJUMOKU continuano a fiorire, a dare frutti e a testimoniare la forza della vita.
I loro semi vengono affidati ovunque nel mondo.
Anche a Milano.
La giornata è iniziata presso la sede del Municipio 4 del Comune di Milano dove, alla presenza dei rappresentanti istituzionali sia del Municipio sia del Consiglio Comunale, è stata presentata l’iniziativa e letto parti dell’ “Ode alla Melagrana” di Federico Garcia Lorca, proprio accanto alla pianta dedicata alla memoria del tecnico del verde Giacomo Manganaro, recentemente scomparso.
Tiziana Volta, Presidente dell’Ass. “Mondo senza Guerre e senza Violenza” ha ricordato la regola aurea della nonviolenza:
“TRATTA GLI ALTRI COME VUOI ESSERE TRATTATO”.
Pace, giustizia e custodia del Creato sono le parole chiave sottolineate da Gloria Mari, Presidente del Centro Nocetum, che ha voluto specificare il perché proprio della data del 5 gennaio: “Siamo alla vigilia dell’Epifania, che fu manifestazione della luce per i Magi. Essi non erano cristiani, eppure erano alla ricerca di una stella e seguirono quella luce. Mi ha colpita la frase di una preghiera che mi è capitato di leggere in questi giorni: parla della ‘sovrana bellezza del Creato’. Mi pare che possa essere uno spunto utile per chiunque decida di mettersi in cammino“.
In Piazzale Gabriele Rosa, dopo un saluto da parte della Comunità di Sant’Egidio del Corvetto, con Matteo che ci ha ricordato che “bisogna ribellarsi alla rassegnazione del fatto che la guerra esista. La pace è un cammino quotidiano“, il Parroco della Parrocchia di San Michele Arcangelo e Santa Rita, Don Roberto, ha voluto sottolineare che “la pace è come un giardino, che va curato, perché dove c’è cura, c’è bellezza e c’è anche speranza“.
Netta tappa di sosta presso il Centro Nocetum, la Rev. Annamaria Gyoetsu Epifanìa, monaca buddhista del Centro Zen Anshin di Roma, ha fatto una preghiera di benedizione della piccola pianta di Ginkgo biloba da Hiroshima, che Nocetum ha voluto chiamare “Speranza” e che, appena possibile, verrà messa a dimora.
Inoltre, ha voluto leggere alla platea un messaggio della Sen. Liliana Segre, che si è definita “seme sopravvissuto ad Auschwitz“:
<< Coltivare la speranza è un imperativo categorico, a tutte le latitudini. Storia e memoria procedono parallele e sono patrimonio comune dell’umanità esattamente come gli alberi>>.
Il percorso si è concluso con l’arrivo all’Abbazia di Chiaravalle, accolti dall’Abate, Don Stefano, che ci ha accolti e sollecitati con un suo pensiero sul significato della strada e del camminare:
É la strada che ci porta. Noi siamo portati verso un obiettivo, una meta: in questo caso il camminare a favore della pace e della custodia del Creato. Voi concludete proprio in un monastero: luogo in cui si vive con un’attenzione verso quello che resta. Cosa non semplice nel vortice della realtà contemporanea. Eppure, bisogna puntare a custodire ciò che resta… come un monastero o un albero“.
Grazie all’Associazione Mondo senza Guerre e senza Violenza per aver fortemente voluto promuovere questo evento proprio in questa parte della Città, al Municipio 4 del Comune di Milano e ai rappresentanti istituzionali presenti, al Parroco della Parrocchia di San Michele e Santa Rita e alla comunità parrocchiale, alla Comunità di Sant’Egidio, al Prof. Flavio Boscacci per la divulgazione sul Cammino dei Monaci, all’Abate e alla comunità monastica di Chiaravalle per l’accoglienza.

Grazie ai camminanti che hanno voluto esserci e continuiamo tutti e tutte a procedere lungo sentieri di pace.

*Dal Messaggio di papa Benedetto XVI per la 43ª Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2010)