Pet-therapy: focus sugli interventi assistiti con gli animali, grazie al Progetto Pe.Ter.

Con Pe.Ter. (per ulteriori approfondimenti, si può consultare la pagina dedicata sul nostro sito) ai percorsi di eco-therapy si affianca la pettherapy.  Abbiamo intervistato in esclusiva per il nostro canale YouTube  la Dr.ssa Antonella Artuso (Medico Fisiatra della Fondazione Don Carlo Gnocchi, Responsabile Interventi Assistiti con animali di RI.abilitiamoci), che ringraziamo. Eccone una sintesi.

Dottoressa, qual è la definizione scientifica di pet-therapy?

Dr.ssa Artuso: “Comunemente si chiama Pet-Therapy, come possiamo sentire ancora adesso parlare di ippoterapia, ma tutto ciò che concerne il lavoro e la collaborazione con gli animali lo dobbiamo far rientrare in un ambito più ampio: quelli che sono gli interventi assistiti con animali (…). Sono interventi prettamente terapeutici dove ci deve essere un responsabile e referente con un background personale che determina già il tipo di percorso che si può fare e, quindi, qui si parla di terapie assistite con animali”.

I punti strategici del progetto Pe.Ter. sono racchiusi in una serie di parole chiave quali “territorio, ambiente naturale, animali, biodiversità”, elementi qualificanti dell’attività di Nocetum. Ecco, quindi, che Pe.Ter ha un pubblico elettivo nelle persone fragili, innanzitutto del territorio del Sud Milano. Ma dal punto di vista terapeutico quali sono gli obiettivi?

“L’applicabilità e i risultati vengono anche da come sono posti e predisposti i programmi, sia di attività, sia percorsi educativi, sia percorsi terapeutici. Dipende dalla conoscenza che l’operatore ha dell’animale e da che cosa si desidera ottenere con la persona fragile…”, ci risponde la Dr.ssa Artuso nella seconda parte dell’intervista. “Ovviamente ci sono obiettivipsicomotori, lavorare sull’equilibrio, sulla coordinazione, sull’attenzione, gli aspetti cognitivi, gli aspetti attentivi e poi emotivi e relazionali (…).

Un esempio?

Dr.ssa Artuso: “Per me i cavalli, in particolare, sono i miei colleghi di lavoro”- ci dice con un sorriso – “quello che bisogna fare è inserirli e contestualizzarli nel loro ambiente di lavoro, cioè di vita (…). Il cavallo stimola l’equilibrio, per esempio, perché muovendosi fornisce degli stimoli afferenziali e la risposta della persona è un riassetto posturale. I risultati ci sono, dipendono sicuramente dalla serietà con cui viene programmata e attuata la modalità di intervento, perché si uniscono due creature pensanti che si muovono: è molto complesso ma anche molto affascinante”.

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Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione di Comunità Milano–Città, Sud Ovest, Sud Est, Martesana onlus. La Fondazione si propone come piattaforma di partecipazione e di prossimità ai bisogni del territorio. Promuove e supporta progetti di utilità sociale per rispondere, in modo innovativo, alle priorità espresse dalla collettività in ambito sociale, culturale e ambientale. La Fondazione di Comunità Milano catalizza risorse ed energie, promuove la cultura della solidarietà e del dono affinché, oltre a rispondere all’emergenza sociale, possa agire per il bene collettivo e contribuire a migliorare la società nel suo insieme.

www.fondazionecomunitamilano.org